Davos uguale a WEF, World Economic Forum, che dal 1971 riunisce i grandi della politica e dell’economia. Davos uguale a sport, sci e hockey ma non solo. Davos con la natura straordinaria tra laghi, montagne, valli profonde. Davos uguale a museo Kirchner, sorto sulla fantastica collezione di oltre 1500 dipinti, sculture, disegni, stampe e opere tessili e 160 quaderni di schizzi di Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), oltre a più di 1500 fotografie, documenti storici e una vasta biblioteca sull’Espressionismo. Se aggiungiamo che Davos richiama Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura 1929, che vi scrisse e ambientò uno dei suoi libri più celebri, La montagna incantata, si capisce come proprio nella cultura affondino le ampie e robuste radici di questa località famosa nel mondo. Proprio a queste radici è dedicato l’ampia esposizione, che fino al 30 ottobre vede protagonisti quattro musei, in collaborazione con il Germanisches Nationalmuseum di Norimberga, il maggior museo di storia culturale del mondo di lingua tedesca che per anni si è occupato di Davos. Perché forse nessun luogo è più adatto della località grigionese per capire gli aneliti, le paure e le minacce dell’Europa scossa da contrapposizioni e crisi che porteranno a due guerre mondiali. In quei decenni a Davos la lotta per l’esistenza s’è tradotta in arte e letteratura, mentre si cercava di guarire l’allora inguaribile tubercolosi e, nel contempo, impostare un dialogo di pace tra le Nazioni. Nasceva un nuovo modello di vita nel quale le esigenze dell’anima e del corpo potessero trovare alimento tra cultura, paesaggio, sintonia con la natura e ricerca d’una nuova spiritualità.

Nel dettaglio, il Museo Kirchner si concentra su arte e letteratura con una raffinata scelta di opere di Kirchner e Philipp Bauknecht da cui scaturisce un’idea della vita a Davos dal 1860 al 1940 romantica e realistica al tempo stesso. Un gran numero di cartoline, manifesti turistici e fotografie incorporano le opere d’arte nel loro contesto storico: dai contadini-montanari alle attività sportive, dall’architettura all’immersione in modelli di vita tradizionali fino alle nuove scoperte tra medicina e turismo. Per meglio situarsi in quel tempo magico i visitatori possono rilassarsi su originali sdraio termali e ascoltare testi di Thomas Mann, Else Lasker-Schüler e Beatrice Harraden.

Il museo degli sport invernali racconta le gesta dei pionieri dello sport, dalla storia del bob e dello slittino a pattinaggio, sci e naturalmente hockey su ghiaccio. Il Museo della Medicina prende lo spunto dai racconti di Thomas Mann per documentare l’insieme di iniziative e scoperte per affrontare non solo una delle malattie più insidiose ma anche quel mal di vivere che percorreva la società del tempo. Ecco documentata la stretta collaborazione tra il medico Alexander Spengler, che riconobbe l’importanza del clima d’alta montagna per il trattamento della tubercolosi polmonare e promosse Davos come luogo di cura, e Willem Jan Holsboer, imprenditore di origine olandese con il quale nel 1868 creò il primo sanatorio. Per sostenere il rapido sviluppo di quest’industria medico-turistica Holsboer avviò nel 1888 la ferrovia Landquart-Davos, oggi parte delle Ferrovie retiche. Il museo di storia locale espone oggetti quotidiani di questa efficacissima collaborazione tra medicina e imprenditorialità oltre ad un modello del sanatorio “Berghof” e una serie di progetti in buona parte realizzati che consolidarono la fama europea di Davos, centro nevralgico della scena scientifica, sportiva e culturale europea. Il tutto in un tour tra arte, letteratura e storia dove giganteggiano i quadri di Kirchner e i romanzi di Thomas Mann sullo sfondo di una vitalistica Davos.