Partiamo da una necessaria premessa: che cosa si intende per mediazione culturale…

«Dal 2015 LAC Lugano Arte e Cultura ha consolidato il settore della mediazione culturale, rendendolo uno dei pilastri del centro culturale, in particolare attraverso il progetto LACedu, grazie al sostegno del partner UBS. Le nostre attività fanno riferimento alla trasversalità delle discipline artistiche, all’innovazione, alla qualità degli interventi proposti e ad una   accessibilità che vogliamo essere veramente per tutti. Con questo approccio ha fatto sì che il settore LACedu abbia conquistato la fiducia del pubblico, coinvolgendo oltre 100.000 partecipanti in oltre 200 attività». 

Perché la mediazione culturale riveste un’importanza così rilevante nella vita di un museo, di un auditorium o di un centro culturale?

«La risposta è sicuramente complessa. Semplificando molto mi piace dire che un’istituzione come il LAC, che per la sua realizzazione ha coinvolto importanti risorse economiche de energie, non solo materiali, da parte della città e del Cantone è consapevole dell’opportunità di “restituire” al territorio e ai suoi abitanti un’offerta ampia e articolata di attività culturali, didattiche ed educative strettamente connesse alla sua  programmazione artistica e in grado di coinvolgere fasce diverse di popolazione, (famiglie, giovani, anziani, ecc.) portatrici di esigenze ed interessi diversi, con un focus sulle nuove generazione e in particolare bambini e ragazzi in età scolare».

Quali sono, in sintesi, le attività sulle quali concentrate il vostro intervento?

«Nel corso degli anni siamo andati continuamento ampliando gli obiettivi e i pubblici di riferimento, arrivando a proporre, grazie alle arti, un’esperienza formativa e partecipativa, a tutti i livelli. Le nostre proposte abbracciano una gamma di attività che comprendono concerti interattivi, workshop, percorsi guidati, atelier creativi, conferenze, spettacoli didattici ed esperienziali, letture, installazioni e molte altre forme di interazione con il pubblico che hanno tutte l’obiettivo di consentire ad un numero sempre maggiore di persone, di tutte le età, un accesso facilitato alla cultura e alle arti».

Uno dei punti di forza della vostra azione è costituita anche dalla qualità dei rapporti che nel tempo avete stabilito con artisti, istituzioni e associazioni specializzate presenti sul territorio…

«Senza dubbio. Dietro alla nostra ricca e articolata offerta didattica ed educativa c’è un meticoloso lavoro di progettazione e una rete di contatti, relazioni con operatori che, a vari livelli, hanno maturato grande esperienza lavorando all’interno del Cantone ma anche in Svizzera e all’estero. Collaborazioni che coinvolgono artisti attivi sulla scena regionale, CSI+OSI, Locarno Film Festival oppure compagnie teatrali specializzate in proposte per i più piccoli».

L’interdisciplinarità rappresenta un ulteriore elemento caratterizzante dei vostri progetti…

«Assolutamente sì. Ne è un esempio, tra i tanti, il progetto Tech@rt, un laboratorio espressivo destinato a ragazzi e scuole (8-15 anni) dove è possibile scoprire che non esistono limiti tra la connessione e la trasformazione delle arti. Traendo ispirazione dalle opere esposte al Museo d’arte della Svizzera italiana, bambini e ragazzi hanno la possibilità di sperimentare i legami che collegano suono, colore e forme. Stare insieme e costruire passo dopo passo un’opera d’arte che non solo esisterà in quanto tale, ma si trasformerà in un vero e proprio strumento musicale».

Un’attenzione del tutto particolare è indirizzata alla prima infanzia…

«Gli studi ci dicono che sin da pochissimi anni di vita i bambini hanno una naturale propensione alla creatività. Il nostro compito diventa allora proprio quello di fornire loro occasioni per sperimentare il coinvolgimento di tutti i sensi, incoraggiando la curiosità e il desiderio di scoperta con attività che mettano al centro il bambino e la propria libertà di esprimersi. Ne sono un esempio proposte come Primi passi nell’ascolto, un’esperienza di lettura e esplorazione sonora pensata apposta per la prima infanzia; oppure Primi passi nell’arte, dove, guidati da una mediatrice, bambini e adulti sperimentano diverse forme e tecniche artistiche condividendo un momento insieme».

LACedu si propone anche come centro di irradiazione di attività sul tutto il territorio…

«È proprio questo uno dei principali obiettivi. Tutti gli spazi del LAC sono sempre più coinvolti nelle nostre attività e nei diversi laboratori. Ma vorremmo che i nostri progetti uscissero dalle mura del LAC per raggiungere altri luoghi della città di Lugano e poi il territorio ticinese, proponendo ogni sorta di attività nelle scuole, ma anche in altri luoghi di aggregazione, o addirittura all’aperto, trasformando per esempio un bosco in un’aula scolastica dove svolgere attività con i ragazzi».

Possiamo concludere annunciando alcuni appuntamenti di LACedu inseriti nel cartellone della prossima stagione artistica?

«Parlerei senz’altro della ormai storica collaborazione con il Teatro Pan per la rassegna Senza confini pensata per i più piccoli e per le scuole: Pulcetta dal naso rosso, Il bambino e la formica, Nonnetti, La battaglia di Emma, Storia di un no, Le avventure di Pesce Gaetano. Una novità di questa stagione è rappresentata dalla produzione 2071, mostra-spettacolo itinerante dedicata ad una riflessione sul rapporto tra umani e Natura».

In nostro impegno per il territorio

L’opinione di Luca Pedrotti, Direttore Regionale UBS Ticino

«UBS è un Istituto globale con un forte radicamento in Svizzera, per questo motivo è un vero onore potere contribuire alla ricchezza culturale del nostro Paese. In qualità di partner principale del programma di mediazione culturale LAC edu, il nostro obiettivo è quello di avvicinare la popolazione alla cultura, coinvolgendo in particolare le nuove generazioni nelle diverse forme d’arte presenti al LAC. I brillanti risultati raggiunti in questi anni di collaborazione dal programma LAC edu ci riempiono di orgoglio ed entriamo in questa nuova stagione pieni di entusiasmo».